martedì 31 luglio 2012

Non li votare!


Stanno tutti sostendo il governo monti, stanno votando compattamente contro di noi!
Ci hanno imposto delle tasse ingiuste ed inique che non serviranno a niente, se non ad impoverirci,
hanno ratificato trattati vergognosi, il mes e il fiscal compact, che ci porteranno altra austerity per i prossimi 20 anni, e a cui, se non adempiremo, l'ue potrà addirittura negarci le elezioni!
Alle prossime elezioni cercheranno di rifarsi una verginità, prometteranno il taglio delle tasse, prometteranno meno disoccupazione...non fatevi ingannare!
Ricordatevi che loro hanno portato l'Italia in questa situazione, questa crisi che ci colpisce è frutto delle loro scelte sbagliate!
Ricordatevi che loro non lavorano per noi, loro lavorano CONTRO di noi, e quando (ma anche se...) ci saranno nuove elezioni NON LI VOTARE!!!

lunedì 30 luglio 2012

Pena di morte in Italia?

Tutti sanno che in Italia non esiste la pena di morte. 
Non tutti sanno che in realtà non è esattamente così...
TITOLO I
DIRITTI E LIBERTÀ
ARTICOLO 2
Diritto alla vita
1. Il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge.
Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in
esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nel
caso in cui il reato sia punito dalla legge con tale pena.
2. La morte non si considera cagionata in violazione del presente
articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente
necessario:
(a) per garantire la difesa di ogni persona contro la violenza
illegale;
(b) per eseguire un arresto regolare o per impedire l’evasione di
una persona regolarmente detenuta;
(c) per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa
o un’insurrezione.
il punto C è molto controverso, sommossa e insurrezione sono termini che possono essere interpretati nei più svariati modi, sommossa potrebbe definirsi anche una manifestazione davanti al parlamento come in Grecia o in Spagna, e la protesta dei no tav potrebbe forse definirsi insurrezione, a comodo dell'interpretazione di questi termini.
Con questo articolo si da in pratica l'autorizzazione a sparare impunemente sulla folla! 
Sempre questa convenzione recita: 
ARTICOLO 1
Abolizione della pena di morte
La pena di morte è abolita. Nessuno può essere condannato a tale
pena né giustiziato.
ARTICOLO 2
Pena di morte in tempo di guerra
Uno Stato può prevedere nella propria legislazione la pena di
morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo
imminente di guerra; tale pena sarà applicata solo nei casi previsti
da tale legislazione e conformemente alle sue disposizioni. Lo
Stato comunicherà al Segretario generale del Consiglio d’Europa le
disposizioni rilevanti della legislazione in questione.
Si evince che la pena di morte è abolita ovunque in tempo di pace, ma viene ripristinata in caso di guerra. 
c'è da notare che grazie al patto di mutuo soccorso delle nazioni europee, in caso di attacchi e attentati terroristici una nazione può trascinare in guerra le altre...
Leggendo i trattati che i nostri politicanti corrotti hanno firmato, magari ignorandone il contenuto o conoscendolo benissimo ma pensando solo ai propri interessi, si capisce chiaramente in quale situazione hanno trascinato l'Italia, in quale prigione ci hanno portato. 
Autorizzare con l'articolo 2 capo C l'uccisione di persone in caso di sommossa o insurrezione è vergognoso! 

domenica 29 luglio 2012

Debito (pubblico) odioso...

 
Per debito odioso si intende quella teoria di diritto internazionale riguardante la successione tra Stati nel debito pubblico. Con esso ci si riferisce al debito nazionale assunto per perseguire interessi diversi da quelli nazionali nella piena consapevolezza dei creditori e nell’incoscienza dei cittadini. (wikipedia)
In questi ultimi mesi, nei giornali, ma soprattutto in TV, si sentono e si leggono "esperti" dire che è impensabile non pagare il debito pubblico.
Non solo ci dicono sostanzialmente che il debito pubblico italiano è colpa nostra, che si è originato perché noi cittadini abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, ma anche se gravato di interessi pazzeschi, quasi da usura, ci propinano la storia che tutti i debiti vano pagati.
Nulla di più falso!
E' falso dire che il debito pubblico lo abbiamo creato noi, che non si può sostenere la sanità pubblica, le pensioni e gli altri servizi pubblici, poiché l'italia a moneta sovrana poteva stampare tutta la moneta che gli serviva (ovviamente nei giusti limiti), e anche perché uno stato a moneta sovrana può in ogni caso pagare il suo debito!
Ribadisco: uno Stato con moneta sovrana, come appunto Stati Uniti, Giappone o Gran Bretagna, può emettere debito sovrano senza problemi, e finanziarlo praticamente all’infinito con l’emissione di altra moneta, e questo, al contrario di quello che tutti vi raccontano, non è un problema (i dettagli tecnici in un mio studio futuro). Quanto ho appena scritto, è stato confermato pochi mesi fa,  fra gli altri, dall’ex presidente della Federal Reserve (banca centrale) americana, Alan Greenspan, che ha detto “un governo non potrà mai fare bancarotta coi debiti emessi nella propria moneta sovrana”.  Infatti USA, Gran Bretagna e Giappone, che emettono debiti immensi, non sono al collasso come la povera Grecia e nessuno li sta crocifiggendo. tratto da PaoloBarnard.info
Comunque, il nostro debito pubblico può anche essere non ripagato, almeno in parte, grazie al "debito odioso".
Come detto prima, il debito contratto per fini diversi da quelli di interesse nazionale nella consapevolezza dei creditori e nell'ignoranza dei cittadini, diventa debito odioso, e come tale ci si può rifiutare di pagarlo!
Nel tempo ci sono numerosi esempi di nazioni che hanno ricorso a questa soluzione:
ad esempio nel 2003 gli Stati Uniti dichiararno debito odioso i 125 bilioni di dollari accumulati come passività dal governo di Saddam Hussein. Tale debito venne così cancellato.
E anche l'Ecuador ha recentemente dichiarato illegittimo il proprio debito:
Dobbiamo opporci a ripagare il debito pubblico, come giustamente ci si opporrebbe al pagamento del debito verso gli usurai, ripagare il debito equivale solamente ad impoverire la nazione, togliere denaro, servizi pubblici, benessere alla popolazione e ad ingrassare gli speculatori!

venerdì 27 luglio 2012

Non hanno limiti. Sarà anche peggio di così!

Non hanno limiti. Sarà anche peggio di così.

Emergono i dettagli, la penna Bic sta unendo i puntini sul foglio e sta emergendo la figura completa, se di completo esiste qualcosa nella perfidia dei tecnocrati europei, che sembra non avere fondo.
Nei corridoi della UE sta trapelando la seconda parte del piano Draghi-Merkel di ieri. Vi pareva che si accontentassero di intrappolarci nell’Eurozona per altri 5 o 10 anni senza, fin da subito, spremere sangue concreto?
Inutile che il giornalista dia i dettagli tecnici, vengo al sodo. Adesso salta fuori che prima di attivare il programma SMP bond purchases della BCE, quello che può calmare i mercati abbassando i tassi sui nostri titoli di Stato e quindi allontanando la fine dell’agonia (http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=416), la Germania pretenderà da noi Maiali/PIIGS il ricorso al Fondo Salva Stati (ESFS o MES) per una prima trance di prestiti a noi concessi. Ciò significa che già da subito l’Italia e la Spagna dovranno caricarsi di ancora più debito, ma attenzione, di quel tipo di debito mortale che non solo va restituito dissanguando cittadini e aziende, ma comporta la resa nazionale alla schiavitù della micidiale Troika (Commissione UE, BCE, FMI) che è oggi freneticamente all’opera nella camere di tortura in Grecia.
Infatti è il ministro delle Finanza tedesco Wolfgang Schäuble oggi a introdurre il discorso delle “precondizioni” all’intervento del SMP/BCE. Dice “la precondizione è che i politici facciano i necessari passi per le riforme”, e sappiamo noi pensionati, scuole, pompieri, ammalati, dipendenti e aziende cosa sono le “riforme”. Infatti è un anonimo alto ufficiale della Commissione oggi a parlare al Financial Times di un “memorandum” che il Paese in crisi dovrà firmare per ottenere i soldi del Fondo Salva Stati prima, e successivamente quelli del SMP/BCE. Ma guarda, e chi è stato il giornalista che pochi giorni fa scrisse qui che Monti aveva mentito al ritorno da Bruxelles nel dire che l’Italia aveva strappato la concessione di non doverli firmare quei tragici memorandum di schiavitù.
Ma certo. Ci terranno in galera, ma non senza prima averci mozzato una caviglia così da esser veramente certi che urleremo, ma stavolta arrampicati sul tetto della prigione nella speranza che la piena ci consenta di fuggire non ci arriveremo di sicuro. 

tratto da: PaoloBarnard.info

Super Mario Draghi e i suoi poteri (poco super)

Super Mario Draghi e i suoi poteri (poco super)


Basta una dichiarazione del banchiere centrale per far precipitare gli spread. Ma i suoi poteri e l’effettiva determinazione sono limitati. L’uscita dall’Euro rimane sul tappeto e può essere l’occasione per l’inizio di un percorso nuovo di cui l’Italia sarebbe chiamata a dare il meglio di sé

Le scorse settimane, caratterizzate dall’elevata tensione sui titoli di stato italiani e spagnoli, sono state percorse da una vera tempesta di idee sulle cause dell’innalzarsi dello spread. Ha dato il “la” Mario Monti, sostenendo inizialmente che l’innalzarsi dello spread fosse colpa del presidente di Confindustria Squinzi, il quale si era permesso di dire che l’austerità non funziona e che il paese sta soffrendo per la “cura” dello stesso Monti. Poi è stata la volta delle “tensioni politiche”, vale a dire il ritorno in campo dell’ex premier Silvio Berlusconi. L’apice dell’assurdità è stato raggiunto da Angelo Panebianco, editorialista del Corriere della Sera, secondo il quale i mercati sarebbero preoccupati (con mesi di anticipo) per la possibilità che Vendola o addirittura Di Pietro facciano parte della coalizione di governo prossimo venturo. Più o meno quanto si sosteneva di Hollande, che però una volta al governo ha visto assottigliarsi lo spread tra titoli francesi e tedeschi. Seguendo la logica di Panebianco fino in fondo, assumendo cioè che il grosso dello spread dipenda dalle aspettative dei “mercati” sul colore politico dei governi, dovremmo concludere che le borse sono piene zeppe di socialisti. Paradossi di ragionamento fondato su premesse errate.
Il “dagli all’untore” serve ovviamente a coprire la realtà e ad usare un numero, lo spread, come arma politica, mentre è ormai evidente che la speculazione finanziaria sguazza in una situazione deteriorata anche dall’austerità dei governi. Chi pure speculatore non è, infatti, non può non prendere atto che Spagna e Italia chiuderanno il 2012 con un tasso di crescita negativo e pertanto difficilmente possono essere considerati buoni pagatori futuri.
Negli ultimi due giorni però è accaduto in effetti qualcosa di nuovo. Moody’s ha spiegato che l’eventuale uscita della Grecia dall’euro comporterebbe la perdita della tripla A per il debito pubblico tedesco. L’agenzia ha cioè sostenuto, con ben due anni di ritardo rispetto all’inizio della crisi dei debiti, che se i greci fanno default, a rimetterci sono anche coloro che ai greci hanno prestato i soldi, vale a dire le banche tedesche. E se all’uscita della Grecia si aggiungesse quella di Italia e Spagna, le banche tedesche potrebbero dover chiedere il salvataggio al governo, il cui debito diverrebbe difficilmente gestibile, come quello di Spagna e Italia. Insomma, sembra avvertire Moody’s, se la signora Merkel insiste a non mettere in comune il debito dei paesi dell’eurozona, esso potrebbe alla fine diventare debito pubblico tedesco, nonostante tutto.
La seconda cosa nuova è stata l’apertura della banca centrale austriaca alla possibilità di concedere al fondo salva-stati la licenza bancaria, ossia poter accedere ai prestiti (potenzialmente illimitati) della BCE. Infine ieri Mario Draghi, presidente proprio della BCE, ha – con una chiarezza sinora a lui sconosciuta – sostenuto che la BCE farà tutto quanto in suo potere per salvare l’euro. Draghi ha anche spiegato che la sopravvivenza della moneta unica è un dovere per la banca centrale che presiede mentre la crisi sta rendendo inefficaci le sue politiche monetarie. Questa dichiarazione, da sola, ha fatto precipitare lo spread Spagna/Germania di 100 punti mentre quello Italia/Germania è passato in tre giorni da 537 ai 460 odierni. Si noti che lo stesso giorno il presidente di Confindustria ha affermato che l’Italia non ha possibilità di chiudere l’anno con un PIL positivo. Il potere di Squinzi sullo spread appare quindi piuttosto impalpabile.
Ma c’è un “ma” che gli investitori hanno ben presente. La BCE, per statuto, non è un prestatore di ultima istanza per gli stati, non può monetizzare i debiti pubblici e in ogni caso l’eventualità di usare il fondo salva-stati come una sorta di prestanome della BCE trova ancora l’opposizione della Cancelliera Merkel. QUel “tutto” che Draghi promette non è poi tantissimo. Insomma, la BCE non ha un “bazooka” (per usare la metafora di Christian Noyer, governatore della Banca centrale francese) ma solo una pistola caricata a salve. Anche l’eventualità di un nuovo Ltro (ossia prestiti alle banche per comprare titoli di stato e abbassare quindi gli spread) sarebbe controproducente, come ha sottolineato a suo tempo Paul De Grauwe. Già ora, grazie ai precedenti Ltro, gli istituti di credito sono pieni zeppi di titoli di stato, potenzialmente spazzatura. Si è creato così un circolo perverso, più che vizioso: gli Stati salvano le banche con i soldi dei cittadini, vedono i loro debiti pubblici schizzare in alto, impongono austerità, il timido recupero diventa di nuovo recessione, la credibilità cala, la speculazione opera incontrastata, gli interessi sui titoli salgono, la BCE presta soldi alle banche, le banche comprano titoli di debito pubblico degli Stati, dopo poco la tensione sui mercati si rinvigorisce, i titoli perdono velocemente valore e in prospettiva divengono “carta straccia”, così le banche si trovano esposte più di prima e gli Stati diventano potenzialmente insolventi dopo aver costretto i cittadini a stringere la cinghia oltre il limite della sopportazione (e, nel caso della Grecia, oltre il limite dell’umanità). Sergio Cesaratto l’ha giustamente definito “un pessimo surrogato dell’intervento diretto della BCE nel sostegno agli stati perché alla lunga il giochetto rende gli stati insolventi.” Noi aggiungiamo che è come dare ad un malato di ulcera un’aspirina per abbassare la febbre ma con l’effetto fatale di bucare inesorabilmente lo stomaco.
I banchieri londinesi a cui Draghi ha parlato e gli investitori ovunque nel mondo sanno bene che le parole non bastano. Gli spread possono tornare a crescere rapidamente senza misure concrete e una credibile determinazione. Le prossime giornate ci diranno cosa ha precisamente in mente Draghi e quali risposte verranno dal governo tedesco e dai suoi alleati. Per adesso i poteri di Super Mario sono ben poco super. E del resto neanche il banchiere centrale ha finora dimostrato risolutezza chiedendone di maggiori, cioè chiedendo la riforma della BCE sul modello delle altre banche centrali.
Infine, alcune riflessioni oltre l’assillo dello spread. Anche se – ed è improbabile – si trovasse una soluzione al problema degli interessi sui debiti sovrani, la crisi sarebbe tutt’altro che risolta. Essa origina infatti dagli squilibri delle bilance dei pagamenti dell’area euro, in particolare dal fatto che in questi anni la Germania e altri paesi del “centro” hanno esportato massicciamente le eccedenze produttive verso i paesi “periferici”, i quali le hanno acquistate grazie al credito concesso dal “centro”. In tal modo le banche tedesche sono diventate creditrici e i paesi periferici sono diventati debitori, in assenza di qualsiasi meccanismo che riequilibrasse l’accumulo di debito estero. Ed è qui il nodo, come abbiamo più volte evidenziato.
Le soluzioni ci sarebbero, ma richiederebbero una presa di coscienza finora sconosciuta e una disponibilità da parte della Germania sinora inedita, con un’inversione a 180 gradi della linea sin qui adottata. Inoltre richiederebbero tempo, forse molto tempo. Richiederebbero infine fiducia reciproca tra paesi e governi, una merce davvero scarsa, se guardiamo le condizioni capestro imposte dalla Germania agli stati periferici in cambio, sostanzialmente, di poco più di nulla (come i limitati fondi salva-stati in cui gli stessi stati indebitati devono versare la loro quota).
C’è la possibilità di una inversione drastica in tempi rapidi? Realisticamente, no. Eventuali sostanziali “concessioni” tedesche sul ruolo della BCE sono improbabili, considerando la levata di scudi in Germania contro il ben meno ambizioso scudo anti-spread di Monti, pur accettato dalla Merkel. E, anche se alla fine avvenissero, sarebbero accompagnate da richieste sempre più stringenti in termini di finanze pubbliche, che ucciderebbero ogni possibilità di usare il bilancio, nazionale o europeo, in funzione espansiva. Per non parlare della possibilità di mettere in comune tra tutti i paesi dell’eurozona una parte del debito pubblico.
Sullo sfondo rimangono le proposte avanzate da Zingales e Brancaccio: il primo per un sussidio di disoccupazione europeo (i tedeschi dovrebbero di fatto pagare i disoccupati dei PIIGS: chiaramente per Berlino e la sua visione “moralistica” del debito non se ne parla); il secondo per uno standard salariale, congegnato in modo che i redditi da lavoro crescano con la produttività e nessuno possa utilizzare la svalutazione salariale per aumentare la propria competitività. “Riforme strutturali”, diverse per ispirazione: quella di Zingales di stampo social-liberista (prendere atto del problema disoccupazione, ma usarlo per evitare che i soldi vengano spesi per creare lavoro “distorcendo” il mercato; a tal scopo è un male minore dirottarli verso i consumatori disoccupati e resi passivi); quella di Brancaccio di ispirazione keynesiana (per quel che riguarda l’attenzione agli squilibri delle bilance commerciali) e kaleckiana (poiché interviene sulla distribuzione del reddito tra le classi sociali, anche nella prospettiva di ripristinare un “motore interno” della domanda e una maggiore propensione al consumo). E’ però notevole il fatto che entrambe incontrerebbero la più risoluta opposizione da parte delle classi dirigenti tedesche, preoccupate solamente di mantenere una posizione di vantaggio senza pagare alcun prezzo redistributivo tra centro e periferia, utilizzando la consolidata retorica che colpevolizza i paesi periferici.
Tra gli economisti eterodossi c’è ormai una convergenza circa la necessità, per i paesi periferici, di uscire dall’euro, che si incontra, almeno in parte, con alcune affermazioni di economisti mainstream americani. Il ragionamento di fondo è che non vi sono i margini politici e temporali per realizzare tutte quelle riforme istituzionali, e sono tante, che l’Europa richiederebbe per funzionare, anche perché esse richiederebbero, per essere efficaci, di ribaltare gli stessi trattati fondativi dell’Unione monetaria.
Ma uscire dall’Euro, sia chiaro, non è una passeggiata. Tornare alla “sovranità monetaria” significa poco o nulla se poi si fa l’errore di mantenere l’indipendenza totale della Banca centrale dal governo, stabilita con il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro, causa prima della moltiplicazione del nostro debito pubblico. Tornare alla lira e convincere i debitori esteri in euro ad accettare la nuova valuta non sarebbe una passeggiata. Anche l’Argentina ha impiegato alcuni anni per risolvere problemi simili. A ciò si aggiunge il tema del nostro status nell’Unione europea e la necessaria uscita dal mercato unico per poter controllare la fuoriuscita di capitali e i commercio con l’estero.
Ma è proprio quest’ultimo punto, forse, quello davvero più interessante di tutti e, per certi versi, il più carico di potenzialità positive. Non perché il protezionismo sia, di per sé, una soluzione ai problemi italiani, ma perché il controllo dei movimenti dei capitali e delle merci potrebbe essere un punto di partenza per un ritorno dello Stato al ruolo di indirizzo dell’economia. Il ritorno quindi alla programmazione economica e all’intervento pubblico non solo per la ridistribuzione ma per la creazione della ricchezza. Un’inversione nel processo di privatizzazioni dovrebbe essere il primo tassello di questa strategia. “Fuori dall’euro – ha scritto Sergio Cesaratto – l’Italia dovrebbe finalmente diventare un paese maturo, in ogni sua componente”.
E se qualcuno pensa che in Italia qualsiasi cosa odori di Stato funzioni male e non crei profitto, allora si stupisca con questo dato: tra le aziende più “internazionalizzate” del mondo, le uniche due italiane sono entrambe controllate dallo Stato: Eni ed Enel. Con buona pace delle tante banalità e dei luoghi comuni, dei commentatori del Corriere della Sera, di Alesina-Giavazzi e di coloro che vedevano in Marchionne o nei “capitani coraggiosi” all’assalto di Telecom i campioni del nuovo capitalismo italiano.


tratto da: KeynesBlog

Mr Euro...


Chi conosce quest'uomo?
Dovreste conoscerlo, in fondo lui ci rappresenta tutti...rappresenta 500 milioni di cittadini europei, ma curiosamente non è stato votato da nessuno!
E nel momento in cui sarebbero servite nuove elezioni, per avere un governo legittimato dal voto del popolo italiano, lui si è permesso di venire in Italia a dirci che non avevamo bisogno di elezioni,
infatti hanno pensato loro a instaurare un nuovo governo "tecnico" che avesse fatto le riforme che chiedeva l'europa!



Adesso siamo nella merda...

 
Non posso usare altre parole, mi si perdoni: ora siamo nella merda davvero.

Ieri sera prima di una conferenza in Sardegna un blogger m’intervista e mi chiede: “Facciamo default?”. Io: “Non credo, perché temo che Draghi aprirà all’ultimo i rubinetti della BCE, o daranno al MES una licenza bancaria”. (poi vi spiego)
Stamattina l’amico Mauro Valentini di Misano mi manda un sms: “Si fa default?”, gli rispondo la stessa cosa (e tenete a mente il verbo “temo” che ho usato con entrambi).
Ok, sono le prime ore del pomeriggio di oggi giovedì 26 luglio, e le agenzie battono la notizia: Mario Draghi a Londra ha detto che la BCE aprirà i rubinetti. In Austria, il governatore della Banca Centrale Ewald Nowotny già da giorni aveva dichiarato che si sta discutendo se dare al MES una licenza bancaria.
E siamo veramente, ma veramente fottuti adesso.
Prima di continuare mi si permetta una ricordo: era il giorno 15 novembre 2011, io ero ospite a Matrix, Canale 5. Urlai che Mario Draghi era un golpista perché aveva omesso scientemente di usare i poteri della BCE di calmare la speculazione contro titoli di Stato italiani, comprandoli in massa. Era la speculazione che pochi giorni prima aveva rovesciato il governo e instaurato la dittatura finanziaria della Troika e di Monti (se si comprano grandi quantità di titoli i tassi crollano, l’Italia non sarebbe arrivata sull’orlo del default in quei giorni, e Monti non sarebbe neppure stato citato). A Matrix mi fu risposto con sufficienza che Draghi non avrebbe potuto, che la BCE non può mai comprare titoli di Stato per aiutare i governi. Risposi che era una menzogna, citai il programma SMP Bonds Purchases della BCE che dà ad essa potere di acquistare titoli eccome, e Draghi non lo fece, condannò l’Italia a cadere nella mani del criminale Monti. Avevo totalmente ragione, leggete sotto. Draghi è un’oscenità vivente, perché oggi si ricorda di colpo che quel programma SMP dopotutto c’è e lo userà, eccome, ma non per salvare la democrazia di un Paese, no, bensì per assicurarsi che essa venga del tutto annientata, leggete sotto.
Cos’è accaduto, che significa.
E’ accaduto che il paradigma MMT fondante per spiegare la crisi dell’euro – e cioè che i mercati continuano a sfiduciare l’Italia (e altri) solo perché abbiamo perso la capacità di emettere la nostra moneta sovrana. Cioè: essi, i mercati, sanno che adesso, con l’euro, non possiamo ripagare sempre e puntuali il nostro debito, dato che l’euro non è liberamente emesso dall’Italia che lo deve prendere in prestito dalle banche, per cui temono che facciamo default sui pagamenti, e dunque ci sfiduciano in una spirale verso il basso man mano che ci indebitiamo, ma è proprio questa spirale che ci porta al default – stava portando l’Italia e la Spagna al default entro pochi giorni o settimane. Sarebbe stata la fine dell’Eurozona, in una implosione di ordine epocale e mai così devastante nella Storia… ma devastante per Francia e Germania, e NON PER NOI. Mario Draghi sa questo, e non può fare altro se non eseguire gli ordini di Angela Merkel e di Francois Hollande: salva l’euro a qualsiasi costo, qualsiasi! Draghi riscopre il programma SMP Bonds Purchases della BCE che dà ad essa potere di acquistare i titoli di Stato dei Paesi nei guai, e a Londra oggi annuncia che la BCE farà esattamente questo. Costruisce un giro di parole pietoso per trovare il cavillo legal-semantico a giustificazione di ciò che solo 8 mesi fa era “da escludersi”, ma lo fa. Peccato che quel cavillo legal-semantico si applicasse pari pari anche allora, falsario.
Ma si faccia attenzione.
I mercati non si sarebbero mai placati oggi se non sapessero che la BCE è l’emissore sovrano dell’euro, e quindi può in effetti comprare titoli quasi all’infinito. Con questa garanzia, e solo con questa, i mercati si sono calmati, e si calmeranno.
Poi si era già espresso poco prima il governatore della Banca Centrale austriaca Ewald Nowotny (si saranno coordinati? nooo…) che parlava della possibilità di dare al MES una licenza bancaria. Il MES è il nuovo fondo ‘salva’ Stati dell’Eurozona, che però di per sé ha nelle casse poco più che due soldi. Pensate che un salvataggio dell’Italia azzererebbe le casse del MES in meno di 3 mesi. E allora cosa fanno trapelare i banchieri centrali della UE? Che il MES potrebbe essere trasformato in banca. E cosa significa? In breve: che se diventa banca avrà il sostegno illimitato dei finanziamenti della BCE, che è l’emissore illimitato degli euro, e quindi il MES potrà comprare enormi quantità di titoli di Stato dei Paesi come il nostro di fatto garantendo ai mercati che, di nuovo, esiste un pagatore dei loro crediti (i titoli nostri e spagnoli) senza limiti. Il trucco è fatto. I mercati si calmano.
Ma cosa significa se si calmano? Significa, e lo dico con un livello di serietà totale, una catastrofe democratica, economica e civica qui da noi senza precedenti nella Storia d’Italia. Significa che Italia e Spagna e Grecia staranno dentro l’Eurozona, perché con i mercati calmi, e coi tassi sui titoli che scendono dal 7% al 4%, il default è scongiurato. Bella notizia eh? Come dire: il fiume sarebbe straripato e avrebbe allagato la galera permettendo ai prigionieri politici asserragliati sul tetto e stremati di fame e sete di nuotare verso la libertà. Ma no. Hanno arginato il fiume apposta.
Significa che ci terranno dentro la macchina dell’economicidio della nostra terra, bloccati in un limbo infame dove da una parte non cresceremo mai perché sempre privi di moneta sovrana, sempre schiavi di tecnocrati non eletti, sempre comunque ricattati dal fatto che ogni centesimo per l’Italia va preso in prestito dalle banche speculative, e dall’altra proprio questa perenne e cementata precarietà e impoverimento saranno la scusa per imporci le Austerità a stipendi, pensioni e servizi che ammazzano le imprese, le privatizzazioni selvagge di ogni bene e servizi pubblico residuo, e per impedirci di respirare nella crescita, e dunque di agire la democrazia.
Siamo nella merda, non ci sono altre parole, davvero. Se Draghi apre i rubinetti del programma SMP Bonds Purchases e se il MES diventa banca è finita, è finita per i vostri figli, è finita per la MMT in Italia, è finita per tutto ciò che conoscemmo come Stato. E’ finita per l’Italia.
Devo aggiungere solo, ma solo per dovere intellettuale, che un’estremissima possibilità di salvezza c’è. La rappresenta l’incognita di un ritardo politico nelle due mosse di cui sopra, ad esempio se la Corte Costituzionale tedesca bocciasse il MES a settembre, o altre estreme ratio del genere. Allora potrebbe succedere che i mercati, bestie assurde e selvagge per definizione, potrebbero al primo odore di ritardo farsi prendere da un panico totale e auto-alimentante, e causare il default dell’Italia lo stesso. Ma credetemi: è come sperare che il killer che ti deve ammazzare venga colto da ictus mentre aziona il grilletto.
Questo è quanto. Non so cosa altro dire. Mi dispiace, davvero, e proprio ieri sera a Nuoro ero a una tavolata il cui capotavola era una bella mamma con un fagottino di un mese al seno. Non dico altro.

giovedì 26 luglio 2012

Referendum?

Sovranità popolare

Il referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all'art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana.
L'esito referendario, espressione di questa sovranità, è una fonte del diritto primaria che vincola i legislatori al rispetto della volontà del popolo.
Forme e limiti di questa sovranità sono regolati dalla Costituzione dalle successive norme che stabiliscono le procedure referendarie e le materie che non sono sottoponibili a referendum.
In presenza di nuova legge che non rispetti l'esito referendario, i soggetti autorizzati (magistrati, politici, associazioni di cittadini) possono ricorrere alla Corte Costituzionale per ottenere l'abrogazione della legge.
La ratifica di trattati internazionali e, in particolare, l'adesione a organizzazioni inter-nazionali e sovra-nazionali sono compiti del Parlamento, non sottoponibili a consultazione referendaria. Nella maggioranza dei Paesi europei invece devono essere sottoposti a consultazione popolare, poiché l'adesione comporta una cessione e limitazione della sovranità.
Secondo la giurisprudenza costituzionale italiana, il referendum abrogativo non è ammissibile in caso di norme collegate a impegni comunitari, come i regolamenti dell'Unione europea d'immediata attuazione o leggi italiane che recepiscono una direttiva.
Nell'Unione europea non esiste l'istituto del referendum abrogativo né può chiedersi alla Corte di Giustizia la disapplicazione di una direttiva in uno Stato membro qualora essa confligga con la sua Costituzione.
tratto da wikipedia

Dittatura Europea


Byoblu intervista Nigel Farage, vengono trattati alcuni temi caldi, come il mancato referendum greco, la caduta dei governi di Grecia ed Italia, l'inadeguatezza dell'euro, l'inquietante introduzione di una nuova norma (Il MES), a cui dovranno adeguarsi tutti gli stati dell'UE, e molto altro ancora.

Chi comanda in Italia?

 

Le prescrizioni di austerità provenivano da Draghi, ecco chi comanda in Italia...e noi fessi che pensavamo fosse stato eletto Berlusconi o che adesso ci fosse Monti al comando!

mercoledì 25 luglio 2012

senza vergogna...


Fu nominato in fretta e furia senatore a vita il 9 Novembre 2011 e "casualmente" il 13 Novembre riceve da Napolitano l'incarico per la formazione di un nuovo governo.
Appartenente alla "Commissione Trilaterale" ed al "Gruppo Bilderberg", è stato un commissario europeo e membro del "Senior European Advisory Council" di Moody's.
Con un curriculum come questo non penso che molti Italiani lo avrebbero voluto come Presidente, nè lo avrebbero votato in democratiche elezioni.
I suoi successi sono stati molteplici, frai quali possiamo ricordare che con lui è aumentata sia la disoccupazione che le tasse, contemporaneamente sono diminuiti i consumi, e negli ultimi giorni lo spread è tornato alle stelle!
Molti cittadini Italiani saranno contenti che dopo il suo mandato Monti si goda la sua poltrona di senatore a vita, ed il lauto stipendio di 25mila € al mese che Napolitano (contestualmente alla nomina) gli ha generosamente concesso.
Soldi che provengono dalle stesse tasse che ci ha imposto, soldi che provengono dai sacrifici che monti ci ha imposto per ripagare un debito che NOI NON ABBIAMO CREATO, un debito pubblico che è una colossale truffa!
Un debito pubblico che si autorigenera a causa degli interessi che siamo costretti a pagare per ottenere gli euro, interessi altissimi che non esisterebbero se avessimo ancora la nostra sovranità monetaria, la nostra moneta nazionale!
Se in Italia avessimo al governo persone che realmente pensano e perseguono l'interesse dei cittadini e del Paese sono sicuro che non saremmo mai entrati nell'euro o ne saremmo usciti molto tempo fa!
E' necessario smetterla con il mantra dell'irreversibilità dell'euro, è inutile perseverare in un errore che ridurrà l'Italia e le altre nazioni del sud europa in povertà, e presto anche le nazioni virtuose del nord.

Fate presto....

 

 E adesso? perchè nessuno chiede le dimisioni di monti? perchè nesuno critica il governo che ci ha portati in questa situazione?
Lo scorso novembre una situazione simile: spread alle stelle, titoloni sui giornali come quello qua sopra, appelli da parte di esponenti politici che parlavano di 100 punti di spread in meno con un nuovo governo...portarno un governo democraticamente eletto a dimettersi ed un nuovo governo, la cui genesi resta oscura, ad insediarsi per risolvere i problemi.
I problemi sono aumentati, la situazione è peggiorata, e nessuno si azzarda a chiedere le dimisioni di monti...ma neanche se ci fosse superman al governo potrebbe cambiare qualcosa, la crisi riguarda l'euro, quello è il vero problema!
E finchè non si prenderà atto che occorre un rapido e deciso dietrofront sulla moneta unica continueranno a massacrarci a colpi di spread!




martedì 24 luglio 2012

Tutti pazzi per la BCE...

 
Pier Luigi Bersani: "C'è un attacco all'euro e noi siamo in una situazione in cui non dovremmo essere. Ci siamo e ci siamo stati messi da 10 anni di favole".
L'euro è la situazione in cui non dovremmo essere! e chi ci ha portati dentro siete stati proprio voi, ma piuttosto che ammettere che è stato un errore continuerete ostinatamente a fregarvene della gente portando il paese alla rovina!

"Bisogna partire da dove si deve, dalla Bce", dice Angelino Alfano. La Bce ha "un bravissimo presidente che deve essere munito di poteri speciali per contrastare la speculazione e per fare sì che chi vuole speculare sappia che vi è una autorità monetaria in grado di contrastare i giochi sporchi"
poteri speciali???? ma draghi ha il "potere" di stampare denaro dal nulla!
con la sola imposizione delle mani sulla tastiera della stampante della BCE può creare tutti soldi che vuole senza doverli strappare dalle tasche della gente, e fermare la speculazione...il problema è che non vuole!



D'accordo, anche se con alcune sfumature diverse, Bersani. "Più che alla politica, credo che dovremmo rivolgerci alla Bce. Non vedo altro intervento", dice. "Se la casa brucerà non vedo altro intervento che quello della Bce. Se lo scudo non va in funzione in tempi rapidi, la Bce deve far fino in fondo la sua parte", insiste il segretario del Pd.
E' la politica che deve pensare al bene del paese e dei cittadini, non una banca!
E' veramente triste assistere a questo spettacolo, lo stato in Italia non conta più nulla, il potere è in mano alla BCE, ed è avvilente essere costretti a supplicare la BCE di salvarci quando con la nostra moneta nazionale (la nostra lira) potevamo agevolmente salvarci da soli!

il testo in corsivo è tratto da un articolo ADNKRONOS

lunedì 23 luglio 2012

Meccanismo Europeo di Schiavizzazione!



Qui il trattato sul MES, per chi lo volesse leggere...
Il MES ci costerà 125 miliardi, soldi che non abbiamo, soldi che ci verranno estorti dagli aguzzini al governo in parte con le tasse, in parte indebitandoci emettendo titoli di stato.
Tentare di salvare uno stato in difficoltà estorcendogli dei soldi prima e prestandoglieli dopo è una genialata degna dei geni che siedono a Bruxelles!

Coerenza...





 Per la cronaca: Il provvedimento è stato approvato con 368 voti favorevoli, 65 contrari e 65 astenuti.

"Oltre a prevedere l’obbligo di pareggio di bilancio per i Paesi aderenti al Trattato, cosa che l’Italia ha già inserito nell’ordinamento con apposita norma costituzionale, il Fiscal Compact prevede fra le sue “regole auree” l’obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del Pil di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell’eccedenza ogni anno. Significa che si preparano 20 anni di rigore, con circa 50 miliardi di aumento tasse e\o tagli alle spese ogni anno, per i cittadini italiani."
”E’ davvero un momento storico, insieme possiamo farcela”, ha detto il ministro per le Politiche Ue. Enzo Moavero Milanesi ha così aperto il dibattito, che si è concluso con le consuete dichiarazioni di voto e votazioni finali. ”Siamo davanti a un importantissimo passaggio nel percorso di costruzione europea con nuove e sostanziali cessioni di sovranità”. E “credo di poter dire che la forte azione dell’Italia nella realizazzione di questi Trattati viene oggi riconosciuta da tutti nella comunità internazionale, senza con questo volerci auto-attribuire meriti paricolari”.  tratto da OGGI
Quando si dice la coerenza...
La verità è che la ratifica del Fiscal Compact, così come quella del MES, sono passaggi che determinano una cessione di sovranità dagli stati all'unione europea.
Ci stiamo (anzi, ci stanno) privando della nostra indipendenza e della nostra libertà, è già grave aver ceduto la nostra sovranità monetaria lasciando la lira per l'euro, e questa tremenda crisi ne è la conseguenza!
Ed ora ci priviamo della possibilità di decidere in libertà le nostre politiche economiche, dove e come investire il denaro per il bene della nazione!

domenica 22 luglio 2012

Una piccola dimenticanza...


"In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno, ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne ... sia impossibile. Abbiamo attentamente "dimenticato" di scrivere l'articolo che permetta di uscirne.Non è stato molto democratico, naturalmente, ma è stata un'ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti. Perché se si esce, cosa che naturalmente è sempre possibile ... è impossibile, ma naturalmente, se si vuole, si può, è molto molto complicato, non vi spiego come, ma è molto molto complicato, di uscirne sia dal basso che dall'alto, è molto complicato." (Jacques Attali, durante il suo intervento all' "Université Participative" organizzata da Ségolène Royal sul tema "La crisi dell'euro", 24 gennaio 2011.)

sabato 21 luglio 2012

Eurodittatura!







La creazione di "nuove entità sovranazionali", a dispetto del nome forbito che usa Draghi significa soltanto che gli stati perderanno gran parte della loro autonomia, gran parte del loro potere decisionale cedendolo ad enti costituiti dall'UE.
Perdita di sovranità equivale alla perdita della nostra libertà dal momento che ci ritroveremo ad essere governati non dai partiti e politici che eleggeremo, ma da un "ente" che deciderà vita e morte del nostro paese!
Stiamo scivolando velocemente verso una subdola dittatura mascherata da democrazia, è nostro dovere informare il più possibile su cosa sta succedendo, togliamo la benda che i media e i politici corrotti hanno messo sugli occhi di tanti italiani!
Non cadiamo in errore pensando che sarebbe meglio essere comandati da "uno straniero" perchè i politici in Italia fanno tutti schifo, sarebbe triste che dopo 150 anni l'Italia perdesse la propria indipendenza diventanto (ancor più di come è già adesso) uno stato fantoccio dell'UE!

Una follia chiamata Euro!

Spagna, notte di guerriglia a Madrid

In 100mila in piazza contro i tagli, previsti 80 cortei solo oggi. E il differenziale sui bonos schizza a 604 punti base

Una notte di vera e propria guerriglia a Madrid: contenitori della spazzatura bruciati, barricate improvvisate, spari a salve e proiettili di gomma. In 100mila sono scesi in piazza per protestare contro i tagli del governo. I manifestanti hanno riempito Puerta del Sol, la piazza diventata simbolo della protesta degli indignados.
Al corteo hanno partecipato anche diversi dipendenti pubblici, tra cui molti pompieri che hanno sfilato nudi tra la folla e in alcuni casi si sono persino rifiutati di spegnere il fuoco appiccato dai manifestanti. Nella notte, tanti gli scontri con la polizia che hanno portato a 15 arresti. 39 le persone ferite, tra cui 10 agenti.
Le proteste vanno avanti da almeno una settimana, da quando cioè il primo ministro Rajoy ha annunciato una manovra da 65 milioni di euro per tagliare il disavanzo pubblico. Nel piano di austerity sono previsti molti tagli alla spesa pubblica e agli stipendi dei dipendenti statali. "Non abbiamo più soldi nelle casse dello Stato per pagare i servizi pubblici", ha ammesso il ministro del Bilancio, Cristobal Montoro, "Stiamo facendo le riforme che ci permetteranno di finanziarci a costi più bassi di quelli odierni, che sono insostenibili".
I disordini si ripercuotono sulle piazze finanziarie: ni rendimenti dei Bonos decennali spagnoli sono saliti al 7,20%, mentre lo spread con i Bund tedeschi tocca un nuovo massimo storico a 604 punti base.
articolo tratto da: Il Giornale

venerdì 20 luglio 2012

Falliti senza la BCE o falliti grazie alla BCE?

La Spagna sull'orlo del default: "Falliti senza la Bce"

http://www.giornalettismo.com/wp-content/uploads/2012/07/manifestazione-spagna-420x251.jpg

A Madrid proteste contro il pacchetto di misure per risparmiare 65 miliardi. Il ministro delle Finanze: "I soldi sono finiti". Ma adesso si affaccia il rischio contagio per altri Paesi esposti

qui l'articolo completo

La Costituzione corretta dall'UE...

 

Grazie ai trattati ratificati dal parlamento Italiano, nel totale silenzio dei media, le leggi europee sono più "forti" delle leggi nazionali, anche della Costituzione stessa!

martedì 17 luglio 2012

Tutto il mondo è paese...

"I disoccupati si fottano" bufera sulla deputata spagnola

L'infelice commento dell'esponente del partito popolare Andrea Fabra durante un discorso del premier Rajoy. Intanto il popolo di Twitter chiede subito le dimissioni

"I disoccupati si fottano": bufera sulla deputata

La donna ha gridato "que se jodan" durante l'intervento di Rajoy dedicato al taglio del sussidio di disoccupazione

Pioggia di critiche in Spagna per la deputata del partito popolare Andrea Fabra. Durante l'intervento in parlamento del premier Mariano Rajoy, dedicato al taglio del sussidio di disoccupazione, la donna ha gridato "que se jodan". L'espressione, riferita ai disoccupati e traducibile con un infelice "che si fottano", ha indignato l'opinione pubblica e su Twitter è stato creato immediatamente l’hashtag #andreafabradimisión e i socialisti hanno chiesto le sue dimissioni. L'idea è stata condivisa da migliaia di giovani che hanno firmato un appello perché l'onorevole lasci immediatamente il Congresso spagnolo.
articolo tratto da: LiberoQuotidiano

Italia: implosione in corso...


Dall'inizio del suo mandato monti non ha affatto salvato l'Italia, e ne è la prova l'abbassamento del rating, ciò che ha fatto è stato creare disoccupazione, imporci tasse inique, creare le condizioni per affossare le PMI, in complicità con i parlamentari corrotti che siedono indegnamente in parlamento ha approvato il Fiscal Compact e sta ratificando l'adesione al MES, trattati che non salvano l'Italia, ma che condannano gli Italiani! Un altro successo per monti! dopo aver ottenuto la crescita (della disoccupazione, del debito pubblico, delle tasse...), dopo aver aumentato le accise sui carburanti, dopo aver "salvato" l'Italia, adesso Moody's ci declassa...ottimo lavoro monti!

E come ciliegina sulla torta adesso vuole anche cancellare le feste, peccato che nei primi 6 mesi del 2012 ci siano state circa mezzo miliardo di ore di cassa integrazione, quale impatto ci può essere sul pil se manca proprio il lavoro?!?!?!
Se non che il secondo fine di questa proposta potrebbe essere il progressivo allontanamento degli italiani dalle proprie radici culturali, in fondo prodi lo aveva detto che il fine ultimo dell'euro era la creazione di un nuovo superstato europeo e la "nascita" di un nuovo cittadino europeo...




lunedì 16 luglio 2012

Il ricatto!

Merkel: "Niente solidarietà senza controlli"

La Cancelliera: "Se si ha una moneta comune questo significa, naturalmente, che oltre ai vantaggi ci sono degli obblighi" "

"Qualunque tentativo di dire siamo solidali ma senza controllare nulla, senza alcuna contropartità, non avrà alcuna possibilità con me o con la Germania": lo ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel in un’intervista alla tv ZDF. "Se si ha una moneta comune questo significa, naturalmente, che oltre ai vantaggi ci sono degli obblighi e che le decisioni politiche di ogni singolo membro hanno effetto sugli altri Paesi".
articolo tratto a: Il Giornale

domenica 15 luglio 2012

prima e dopo l'avvento dell'euro...






https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLOHRGeljLa3jQpyZAOuKzG-JPGd9PDDelc5roFyuCFe_sHtUlz1MH_0nNQpkZr1mwT5JjeZtSsKaoSgmsYnn7NU2kAHSbTRAgnFSv5IIOJ2ZD_4SPHTT2C6SRBx7DgSj0CEy9TwWBPMk/s1600/Produzione+industriale+I+e+D+dopo+Euro.gif

Non c'è bisogno di commentare questo grafico, parla da se...
Prevenendo l'obiezione che potrebbe sorgere, per cui la germania ha attuato riforme e ristrutturazioni e l'Italia no...beh, l'Italia non è la Germania, gli Italiani non sono e non saranno mai come i Tedeschi!
Questo sistema che ci hanno imposto non va bene per noi e per la nostra economia (come per la Grecia o la Spagna o il portogallo...), e continuare su questa strada equivale al suicidio, distruggendo il tessuto industriale Italiano, distruggendo le PMI su cui la nostra economia si regge!


Svendere tutto...e poi?

Grilli: 'Per abbattere debito vendere beni pubblici per 15-20 mld l'anno'

ultimo aggiornamento: 15 luglio, ore 09:26
Roma - (Ign) - Il neoministro dell'Economia esordisce sulla scena pubblica con una lunga intervista al 'Corriere della Sera' dove spiega la sua ricetta per la riduzione del debito attraverso la dismissione di parte del patrimonio dello Stato, "per 15-20 miliardi di euro all'anno".
Roma, 15 lug. (Ign) - "Per ridurre il debito "la strada praticabile è quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l'anno, pari all'1% del Pil". Lo afferma, in una lunga intervista al 'Corriere della Sera', il neoministro dell'Economia Vittorio Grilli. Numeri alla mano, spiega, con "un avanzo primario, cioè prima del pagamento degli interessi sul debito, del 5% e calcolando una crescita nominale del 3%, cioè tolta l'inflazione all'1, vorrebbe dire ridurlo del 20% in 5 anni".


A all’indomani dell’ennesima bocciatura di Moody’s, che ha ridotto di due gradini la valutazione del debito italiani, Grilli osserva che "i mercati non riconoscono ancora la bontà degli sforzi compiuti dal nostro Paese per mettere in ordine i conti, il pareggio di bilancio è a portata di mano, le riforme strutturali sono avviate. Nessun altro Paese ha fatto tanto, in così poco tempo."


sabato 14 luglio 2012

Monti: uno e troiko...

 Tra le molte misure che il memorandum della Troika (BCE, UE, FMI) ha imposto alla Grecia, ci sono le privatizzazioni. Tenetevi forte: vi leggo uno stralcio tratto da "La guerra dell'Europa" (p.63) di Monia Benini:

" Uno degli allegati che si riferiscono al programma di privatizzazioni fornito dal Fondo Monetario a marzo di quest'anno assomiglia a un bollettino di guerra, anzi all'inventario del bottino di guerra combattuta senza armi. Ricorda il programma di cento punti affidato dagli Usa al generale che guidava l'esercito di occupazione dell'Iraq che, un po' più dettagliatamente, recava anche i nomi delle multinazionali alle quali assegnare il bottino. Si va dal Gas pubblico (DEPA e DESFA) alle scommesse sul calcio, dal sistema di difesa ellenico (EAS) alla Hellenic Petroleum (HELPE); per poi passare al servizio idrico di Atene (EYDAP) e di Thessalonica (EYATH), alla Compagnia Mineraria e Metallurgica (LARCO), alle Poste Greche, alla Compagnia per l'Elettricità (PPC), alle ferrovie, all'aeroporto di Atene, alle autostrade. E ancora sono in elenco le lotterie di stato, i porti e i grandi beni immobili statali. Una totale spoliazione ".

 Se è vero che le guerre non si fanno più con i carrarmati, è altrettanto vero che per fare un golpe non serve più l'esercito. Basta lavorare sui media e farli titolare "FATE PRESTO!", all'unisono. Il volgo cresciuto a colpi di "Ok, il prezzo è giusto!" si beve tutto. La Troika in Italia, almeno formalmente, non è mai arrivata. Non ne ha avuto bisogno: abbiamo fatto tutto da soli. Non abbiamo avuto neanche la dignità di costringere l'invasore alla conquista. Servi, ruffiani e leccaculo hanno confermato il ruolo che storicamente ci appartiene. I traditori hanno aperto i portoni al cavallo di troika e l'hanno tirato dentro, dove lentamente sta eseguendo la confisca del nostro benessere e delle nostre cose. Eni, Finmeccanica e il resto seguiranno. Ogni cosa a suo tempo.
 tratto da: Byoblu

Nessuna fedeltà a chi ci opprime!

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MES: la ratifica che ci condannerà...


Fiscal compact: Senato ratifica Trattato istitutivo Mes. Ora va a Camera

Fiscal compact: Senato ratifica Trattato istitutivo Mes. Ora va a Camera

12 Luglio 2012 - 13:49

(ASCA) - Roma, 12 lug - Con 191 voti a favore, 21 contrari e 15 astenuti l'assemblea del Senato ha approvato il ddl di ratifica del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilita' (Mes).
Hanno votato contro i senatori della Lega Nord, mentre si e' astenuto l'IdV, ad eccezione del senatore Elio Lannutti che in dissenso dal gruppo ha votato contro.
Il provvedimento passa ora all'esame della Camera.

Inaccettabile...

 

Crisi: Squinzi, inaccettabile Euro in discussione, va rafforzato

Roma, 13 lug. (Adnkronos) - "L'Euro viene ora messa in discussione, a mio avviso in modo inaccettabile". Lo afferma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, convinto che "l'Euro deve farcela ma ne vanno rafforzate le fondamenta".